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Applausi per Massimo Ranieri, regista de L'elisir d'amore di Donizetti al teatro San Carlo di Napoli

Gaetano Donizetti 1797 - 1848

   

Donatella Longobardi per Il Mattino

Alla fine, sulle note delle nozze tra Nemorino e la sua prosperosa Adina, fioccano gli applausi. Per i cantanti: Mariola Cantarero, Matthew Polenzani (che ha rifiutato il bis di «Una furtiva lacrima») e Ildebrando D’Arcangelo, che non ha voluto rinunciare all’impegnativo ruolo di Dulcamara nonostante l’influenza. Per il direttore Paolo Arrivabeni, per la costumista Nanà Cecchi, per Tullio Pericoli, che ha prestato i suoi acquarelli alle scene, e per lui, Massimo Ranieri, atteso alla prova della regia dell’«Elisir d’amore», la sua prima regia lirica al San Carlo dopo un felice debutto, due anni fa, a Macerata. Molto emozionato, il cantante-attore si è presentato alla ribalta e i napoletani non gli hanno lesinato affettuosi consensi in una serata tutta improntata all’allegria, che il neo regista ha voluto infondere nell’allestire il capolavoro donizettiano. Ranieri ha ricreato l’atmosfera di un musical anni Cinquanta e ha aperto il racconto con l’arrivo di una troupe cinematografica nella piazza di un piccolo paese immaginario sullo sfondo dei colori pastello di Pericoli. Colori che si ritrovavano anche in due degli abiti di scena esposti nel foyer in una piccola mostra sul San Carlo negli anni ’50, con immagini di Renata Tebaldi e Pasquale Di Costanzo. «Non ho voluto far mancare a Massimo il mio affetto», ha detto Maurizio Scaparro, giunto in teatro febbricitante, «ho seguito il suo esordio nella lirica a Macerata e credo sia adattissimo a fare l’opera per naturale vocazione: la sua voglia di modernità ben si coniuga con il suo desiderio di rispettare al massimo la parte musicale». Prima dell’inizio dello spettacolo, il regista è andato nei camerini per dare il suo in bocca al lupo all’amico, che tornerà a maggio con uno show all’Augusteo. Con lui Gianni Togni, autore per Massimo di «Hollywood, ritratto di un divo» (storia di John Gilbert e Greta Garbo) e la giovane fidanzata di Ranieri, Leyla Martinucci, figlia del celebre tenore. Da Roma, l’abbraccio di Ricky Tognazzi e Simona Izzo: «Mi dispiace, non ce l’abbiamo fatta», dice l’attrice, «mio marito è influenzato, ma io sono affascinata dall’opera, mia sorella è cantante. Massimo è un grande uomo di spettacolo, una personalità che si addice al melodramma, avrà certamente realizzato un allestimento interessante, spero di venire a Napoli per una replica». Anche altri vip annunciati hanno dato forfait, in compenso sono arrivati l’editore Carlo Caracciolo e Antonio Lubrano, cui Roberto De Simone ha ritagliato un ruolo nel suo «Socrate immaginario», in programma a settembre: «Sarò l’Abate Galiani - dice il giornalista - ma spero anche di riprendere il settimo ciclo di “All’opera” e dare spazio a questa regia di Ranieri, molto intrigante». Al termine, per tutti, cena nel foyer: sartù, timballo, polpettine e un ricco buffet di dolci.