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Addio a Mario Luzi, ultimo grande poeta del Novecento

Il presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi: Luzi è stato «un esempio di eccellenza e di genio italiano».

Il presidente della Camera dei Deputati Pier Ferdinando Casini, : «la cultura del nostro paese perde con lui un protagonista autorevole ed appassionato, che ha saputo trovare nelle radici della lingua italiana una chiave preziosa ed originale per interpretare il nostro tempo senza eluderne le domande».

Il presidente del Senato Marcello Pera: «Era uomo cordiale e di piacevole conversazione - ha detto - interessato a usare il suo ruolo per contributi importanti alla nostra vita politica. Alla nostra cultura mancherà una delle voci più autorevoli e profonde della poesia del Novecento».

Romano Prodi: «La ricerca dell’umano e del divino si è affinata in Luzi, nella sua poesia, al punto di essere un unico itinerario. Viaggio terrestre e celeste, appunto, come quello che Luzi ha immaginato per Simone Martini»

 
«Mario Luzi, grande poeta e senatore a vita, si è spento stamani nella sua casa fiorentina. È una gravissima perdita per la città e per il paese. Siamo profondamente addolorati». L’annuncio e' stato fatto dal sindaco di Firenze Leonardo Domenici. Con Luzi scompare l'ultimo grande protagonista della possia del novecento, un secolo che il grande poeta, 90 anni, lo scorso 20 ottobre, aveva percorso quasi per intero, con totale dedizione alla poesia e alle sue ragioni. Mario Luzi considerato il protagonista dell’ultima stagione ermetica se ne è andato da giusto, colto forse da un infarto, nel suo letto, nella casa a Firenze, vicino all’Arno. Pochi giorni prima del suo ultimo compleanno,il 14 ottobre scorso, il presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi lo nomino' senatore a vita con la seguente motivazione: «per aver illustrato la Patria con altissimi meriti nel campo letterario e artistico». Per l’estremo omaggio al grande poeta,il comune di Firenze ha allestito la camera ardente nel Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio. Il poeta era legatissimo alla sua terra alla quale aveva dedicato l’ultimo libro, Toscana mater ed. Interlinea, una sorta di testamento artistico e spirituale.

Il poeta, era nato nel 1914, è stato considerato l'ultimo grande protagonista della stagione dell'Ermetismo. Al 1935 risale la sua prima raccolta, «La barca», cui è seguito «Avvento notturno» (1940), testo chiave dell'Ermetismo fiorentino. Successivamente pubblica: «Un brindisi» (1946), «Quaderno gotico» (1947), «Primizie del deserto» (1952), «Onore del vero» (1957), confluiti con altri versi sparsi in «Il giusto della vita» (1960), «Nel magma» (1963), «Dal fondo delle campagne» (1965), «Su fondamenti invisibili» (1971), «Al fuoco della controversia» (1978, premio Viareggio), «Per il battesimo dei nostri frammenti» (1985), «Frasi e incisi di un canto salutare» (1990), «Viaggio terrestre e celeste di Simone Martini» (1994), cui vanno aggiunti i poemetti drammatici inclusi in «Teatro» (1993) e i testi teatrali «Pontormo» (1995), «Io, Paola, la commediante» (1992) e «Ceneri e ardori» (1997).

Tema dominante della poesia di Mario Luzi è l'angosciosa contrapposizione tempo-eternità, individuo-cosmo. Il discorso che ne nasce (affidato a un pregnante linguaggio analogico) muove da una sorta di limbo lirico verso una realtà carica di presenze, di 'altri': questo colloquio col mondo degli uomini e della storia si piega a volte a dialogo familiare, altre volte diventa presa di coscienza del lacerarsi di una civiltà.

La sintassi, inizialmente costretta entro moduli chiusi, si accosta via via al parlato fino a raggiungere, da "Onore del vero" in poi, un singolare equilibrio di recitativo e canto. Mario Luzi ha tradotto da Shakespeare, Coleridge, Racine. Della produzione saggistica vanno ricordati "L'inferno e il limbo" (1949), "Studio su Mallarme" (1952), "Tutto in questione" (1965), "Vicissitudine e forma" (1974), "Spazio stelle voce" (1992), "Naturalezza del poeta" (1995).

Mario Luzi ha tradotto da Shakespeare, Coleridge, Racine. Della produzione saggistica vanno ricordati «L'inferno e il limbo» (1949), «Studio su Mallarme» (1952), «Tutto in questione» (1965), «Vicissitudine e forma» (1974), «Spazio stelle voce» (1992), «Naturalezza del poeta» (1995).

Ecco i suoi ultimi versi di Luzi, dettati domenica sera, poche ore prima della morte alla sua assistente e amica,Caterina Trombetti.
 
Il termine, la vetta
di quella scoscesa serpentina
ecco, si approssimava,
ormai era vicina,
ne davano un chiaro avvertimento
i magri rimasugli
di una tappa pellegrina
su alla celestiale cima.

Poco sopra
alla vista
che spazio si sarebbe aperto
dal culmine raggiunto...
immaginarlo
già era beatitudine
concessa
più che al suo desiderio al suo tormento.
Sì, l' immensità, la luce
ma quiete vera ci sarebbe stata?
Lì avrebbe la sua impresa
avuto il luminoso assolvimento
da se stessa nella trasparente spera
o nasceva una nuova impossibile scalata...
Questo temeva, questo desiderava