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Economia italiana in grave crisi
Berlusconi: «Non credo alla recessione»
Montezemolo: «La situazione è grave, vera recessione»

 

 

I dati negativi sull'economia italiana diramati dall'ISTAT hanno creato seria preoccupazione nel Paese. I dati danno un calo dello 0,5% del Pil nel primo trimestre di quest'anno. A livello annuo l'Istat stima che la flessione sarà dello 0,2%. Dati preoccupanti anche per la produzione industriale che subisce una nuova pesante contrazione, a marzo ha registrato il terzo calo consecutivo su base annua, con un -5,2% che è il peggiore fin da ottobre 2004. Tra febbraio e marzo la produzione è diminuita dello 0,6%.

La flessione tocca vari settori, arretra la produzione di automobili, in calo a marzo del 9,8%, e sul trimestre rispetto allo stesso del 2004 del 17,7%. Scende di molto anche la produzione nelle industrie tessili e dell'abbigliamento (-11% a marzo, -7,0% nel trimestre), e delle pelli e calzature (-16,6% a marzo, -11,3% su trimestre). In forte calo anche la produzione di apparecchi elettrici e di precisione (-7,7% a marzo, e -8,3% sul trimestre). Pochi settori mostrano il segno più. Tra questi, quello della produzione di energia elettrica, gas e acqua che a marzo registra un aumento del 3%, e sul trimestre del 3,3%. In lieve aumento anche la produzione del metallo (+0,6% a marzo, +0,1% sul trimestre).

Secondo Montezemolo siamo alla recessione.

Per Berlusconi non è recessione, «I dati dell'Istat ci dicono che c'è un rallentamento dell'economia che fa temere una fase di stagnazione, ma non credo alla recessione» - «Occorre intervenire, ma non è cosa facile. Ritengo un dovere sostenere, con ottimismo e con realismo, le volontà di consumo e di investimento dei cittadini», ha detto Berlusconi ribadendo che il governo non è in grado di intervenire su materie non più di competenza nazionale come la moneta, i tassi di cambio, i parametri di Maastricht.

Montezemo si dice molto «preoccupato» per il calo del prodotto interno lordo secondo le ultime analisi diramate dall'Istat. Il presidente di Confindustria ha ribadito che il Paese è impantanato in «una situazione che doveva essere affrontata prima».«I parametri ISTAT sono negativissimi, la situazione è grave, le cifre fanno vedere un Paese in recessione».

Montezemolo ha definito inoltre un «grave errore la mancia Irpef, che non ha favorito nessuno se non qualche Paese che produce telefonini e cd». Ed è stato ugualmente un errore «non rendersi conto in anticipo che l'industria italiana aveva bisogno di essere alleggerita di pesi e balzelli che la rendono diversa dai concorrenti. Proprio su questo punto Montezemolo ha insistito intervenendo di fronte alla platea dell'Ancma, sottolineando la «iniquità» dell'Irap sui profitti delle imprese e illustrando quali dovranno essere le priorità per il futuro e per risolvere «i gravi problemi strutturali e non la situazione contingente che l'Italia ha di fronte». Secondo il presidente di Confindustria le priorità sono quelle di puntare su più concorrenza, alleggerire la burocrazia, tagliare le tasse, diminuire il cuneo fiscale e favorire infine la crescita delle piccole imprese. «Serve un grande impegno comune - ha sottolineato Montezemolo -. I problemi vanno affrontati con una generale presa di coscienza. La classe dirigente politica, sindacale, imprenditoriale e finanziaria è di fronte a una prova importante».

14 maggio 2005