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Prodi non esclude la possibilità di una lista a suo nome per le prossime elezioni politiche. Un sondaggio la darebbe al 18%
 
di Sara Bianchi su Il Sole 24Ore del 9 giugno 2005
 

Puntualizza di non credere ai sondaggi Romano Prodi, nemmeno quando i numeri potrebbero lusingarlo, come nel caso della ricerca che l'Istituto Piepoli ha realizzato per Il Sole 24 Ore e che attribusce a un'eventuale sua lista un valore del 18% in termini di consensi. Le indagini riservate riconoscevano a una lista del Professore un seguito attorno al 10%, ma lui non si lascia sorprendere: «Non mi illudo, che sia così forte» e, in ogni caso, qualunque sia il peso è al servizio del progetto del centrosinistra.
Romano Prodi ricorda ai giornalisti di non aver mai riferito dell'intenzione di formare una sua lista e pertanto, sottolinea, «è solo un'ipotesi» e rimarca: «Qualsiasi sia il mio peso politico e la mia responsabilitá politica è al servizio dell'Ulivo e dell'Unione». L'impegno politico dunque a servizio della coalizione perchè, fa notare il Professore, «c'é un disegno politico nella mia vita, non é un mio disegno personale». Romano Prodi è attento a non sbilanciare l'opera di ricucitura in atto in vista del vertice della prossima settimana, impegno che si è fatto evidente a partire dalla lettera di programma che il Professore ha scritto da Creta.
Nessun commento nemmeno sulla telefonata di ieri con Francesco Rutelli, liquidata come un fatto privato. Ma i movimenti in corso da una parte e dall'altra, tra i rutelliani e i prodiani, sono orientati a una ricomposizione incentrata sullo schema differenziato per zone geografiche. Con l'ipotesi di mantenere in alcune aree, al Sud in particolare, la presenza distinta del partito e l'avvallo invece della lista unitaria in altre aree dove il rapporto con gli elettori è modulato differentemente, come al Nord.
È chiaro ormai che il disegno di Rutelli e soci resta interno al centrosinistra, e va interpretato come un tentativo di riequilibrare l'assetto della coalizioine verso l'ala moderata cattolica. Anche perchè da qui alle elezioni del 2006, dati i tempi che un progetto di stampo puramente centrista richiederebbe, non ci sono alternative.
Prodi interviene anche sulla situazione dei conti pubblici e invita il Ministro dell'Economia a rispondere in fretta: «La revisione dei rating dipende da come il Governo reagisce alle notizie. Il rating non viene modificato immediatamente, viene modificato se non vi è una reazione, una correzione forte da parte del Governo. Io mi auguro che ci sia». E su Siniscalco precisa «Lui sa, capisce. Lavora per conto di una coalizione molto lasca, con intenti contraddittori nella politica economica, ma ora capisce che sta per andare sotto».
I no di Francia e Olanda alla Costituzione europea sono, secondo il Professore, «un voto durissimo dal punto di vista politico», un messaggio chiaro di come il progetto per il rilancio delle istituzioni si sia ora fermato. Ma Prodi vede gli italiani ancora affezionati all'Europa. E in Italia, dice, «se si guarda ai sondaggi la maggioranza é favorevole all'Europa. La minoranza é molto rumorosa. Ma per l'Italia, l'Europa e il progresso vanno di pari passo».

9 giugno 2005