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Applausi a The Dreamers di Bernardo Bertolucci, fuori concorso a Venezia

con Michael Pitt,Louis Garrel,Eva Green,Jean Pierre Léaud
 

 
Applaudito a Venezia, ove è stato presentato fuori concorso il nuovo film di Bernardo Bertolucci The Dreamers, I sognatori, è un film sull'utopia di una generazione,quella del '68, e sono i sessantottini "I sognatori" che il regista rievoca nella città,Parigi, ove nacque il movimento che si propagò in tutta Europa e non solo. Il film che molto piaciuto ai giovani, che ignorano quegli anni; e chi li ha vissuti ne è uscito turbato.

Dice Bertolucci: «Certo il sogno rivoluzionario è fallito, ma quell'anno, quel decennio, furono importanti perché cambiarono radicalmente il comportamento della gente. Non fu una guerra persa, da lì nacque per esempio il femminismo: il vero problema è invece la mancanza di memoria: Ai ragazzi di oggi che danno per scontata la loro così detta libertà, nessuno ha raccontato che è stato il movimento del '68 a conquistarla e sperimentarla».

Bernardo Bertolucci sulla prima voleva realizzare un film che doveva essere il terzo atto di Novecento, ma, spiega  " sarebbe stato un falso storico". Fu la lettura del libro di Gilbert Aldair  The Holy innocents che lo indirizzò al '68, una decisione che lo ricongiungeva " a un'esperienza totale nella mia vita. Per parlare di me, certo, ma anche per fare un film per i ragazzi in cui si dice una cosa molto semplice: quando noi andavamo a dormire nel '68 lo facevamo con l'idea che il giorno dopo ci saremmo svegliati nel futuro, non l'indomani, ma nel futuro.

 Oggi non c'è più quella grande speranza che avevamo noi, in cui ci sentivamo parte centrale di quel cambiamento e di quella rivoluzione già in atto.  I genitori dei ragazzi di oggi hanno cancellato con pudore quel periodo ritenendolo un fallimento. Sbagliato, grave errore storico, perché lì nasce quello che siamo oggi, come ci comportiamo e amiamo e pensiamo, è nato in quell'epoca di sogni e speranze".
"Prima di venire qui a Venezia - racconta Bertolucci con autoironia - mi sono fermato un po' nel mio studio a Roma. C'erano un paio di pavé, uno vero e l'altro di piuma. Vi confesso: ho pensato di portarlo qui e lanciarvelo addosso. Ma sarebbe stato un gesto troppo osè, troppo sessantottino". E sorride con dolcezza, applaudito dalla platea

La storia: Parigi, maggio '68, Isabelle  e Theo interpretati da Eva Green e Louis Garrel, s'incontrano con l'americano Matthew (Michael Pitt). La loro storia si consuma  tra una stanza d'appartamento, un pò come in Ultimo tango a Parigi, e la Cinematheque Francaise di Henri Langlois, frequentata da appassionati di cinema. I tre ragazzi  si conoscono, si scoprono,tra emozioni e giochi anche erotici in un crescendo sempre più estremo, mentre fuori dalla strada  giungono i segnali di una rivolta studentesca che montava. I tre che la loro iniziazione privata li ha resi adulti, escono, unendosi ai manifestanti.      

In merito a Ultimo tango a Parigi, Bertolucci chiarisce  "In comune c'è Parigi e l'inizio e la fine di un'epoca. Ma in Tango gli anni '60 portavano a un finale tragico, in questo film c'è una leggerezza diversa, che in Tango non c'era, che io non avevo". E come la protagonista femminile interpretata da Eva Green  fa la sua prima esperienza erotica nel film diventando "donna, e cambiando il suo infantile comportamento da dominatrice, così io sono a una mia 'prima volta': forse perché vado alla ricerca di qualcosa di nuovo anche per me. Ho fatto un film su tre ventenni per esprimere la voglia di ricominciare, ripartire".