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Basso Impero

di Giorgio Bocca

Edizione Giangiacomo Feltrinelli Editore- Collana Serie Bianca

Pagine 168

Prezzo: Euro 15,00

 

copertina

Cosimo de’ Medici, grande banchiere e grande uomo di potere, firmava le sue lettere "per Dio e per guadagno": con le dovute differenze, potrebbe essere questo lo slogan anche dell’America di Bush, in cui la religione serve a coprire la violenza e il profitto.
 
Il libro
Grazie a un’inedita mistura di fondamentalismo religioso e fondamentalismo economico, la superpotenza globale di Bush procede, tra lo stupore dell’Europa e del mondo, ad attuare il suo disegno di conquista economica e controllo militare. Ma lo stupore, argomenta Bocca, non ha ragion d’essere: il modello democratico americano è sempre stato fin dai suoi inizi legato alla ricchezza – vista come premio divino – e alla conquista, assai poco sensibile invece alle tematiche sociali e all’egualitarismo, a differenza dell’Europa, nella quale non solo la sinistra ma anche la destra ha sviluppato nel tempo una sensibilità sociale. Fino alla Seconda guerra mondiale il modello americano è stato una merce per il consumo interno, ma con la Guerra fredda, poi con il liberismo reaganiano e infine con il crollo dell’Urss il capitalismo aggressivo di marca Usa è diventato merce d’esportazione.
Il fatto nuovo, semmai, è la progressiva caduta delle giustificazioni, dei pretesti di cui si ammantava: anche Napoleone nelle sue guerre aveva i banchieri al seguito, ma oggi la divisione delle spoglie belliche è addirittura pianificata a tavolino da un consesso di petrolieri e affaristi alla corte del presidente.
Questa evoluzione non è rimasta senza conseguenze gravi anche nel paese da cui si è generata: l’informazione da indipendente si fa sempre più subalterna al potere politico e militare e i diritti degli individui vengono intaccati sia negli Usa sia nei territori da loro controllati.
Mentre tutti, persino coloro che non ne condividono il progetto globalistico, si affannano a negare l’esistenza dell’Impero – per paura di essere accusati di antiamericanismo o peggio di connivenza con il terrorismo islamico – l’Impero, ci dice Bocca in questo suo durissimo nuovo j’accuse, esiste, colpisce e colpirà ancora.

Giorgio Bocca (Cuneo, 1920) è tra i giornalisti italiani più noti e importanti. Al suo attivo, in una carriera ormai cinquantennale, si registrano numerose pubblicazioni in un vasto arco di interessi che spazia dall’attualità politica e dall’analisi socioeconomica all’approfondimento storico e storiografico. Tra le sue opere: Palmiro Togliatti (1973); La Repubblica di Mussolini (1977); Storia dell’Italia partigiana (1966); Storia d’Italia nella guerra fascista (1969); Il provinciale. Settant’anni di vita italiana (1992); L’inferno. Profondo sud, male oscuro (1993)
 
Giorgio Bocca presenta Basso Impero
a cura della redazione di www.feltrinelli.it
Penso che vale per Bush junior quello che è valso per molti altri presidenti americani, che erano dei mediocri politici che però una volta sollevati al potere avevano alle spalle uno staff talmente forte e potente… Il caso si ripete con Bush, perché effettivamente fra i suoi collaboratori ci sono delle persone molto intelligenti, che lo coprono.
Ecco, lui ha quel che Berlusconi non ha: Berlusconi non ha nessuno che gli suggerisca di dire delle cose intelligenti, mentre invece lui è abbastanza controllato, per quanto risulti da questo libro che è uscito sulle sue frasi celebri, che è uno di un’ignoranza e di una stupidità eccezionale. Fra i suoi collaboratori ci sono anche delle persone molto intelligenti. Sono intelligenti in quanto uomini di cultura, uomini capaci di ragionamenti sofisticati, però gente che ha ideato di fare la guerra all’Iraq in questo modo mi pare che non sia capace di una funzione imperiale; mi paiono delle persone molto condizionate dagli interessi, sia dell’esercito, che è una macchina economica militare spaventosa che li condiziona, sia dagli appalti alle ditte di cui loro sono azionisti. Quindi è un sistema in cui l’intelligenza conto molto meno che gli interessi personali.
Secondo me siamo a un salto di qualità. Mentre il capitalismo precedente e le democrazie precedenti avevano ancora un distacco fra la funzione politica e la funzione militare ed economica, in questo le tre cose si sono fuse completamente, per cui si può fare la guerra per poter finanziare un’economia, un’economia che è composta da loro stessi, perché non c’è un membro del governo Bush che non faccia parte di qualche grande corporation. E quindi hanno degli interessi diretti.
Insomma, la questione del petrolio è stata fondamentale. Adesso finalmente si capisce che a loro non frega niente della democrazia nell’Iraq né di ricostituire una società democratica: gli importa soltanto di avere questa fonte petrolifera. Secondo me anche quella è un’idiozia, perché loro il petrolio potevano e possono benissimo comperarlo. Non si vede alcuna ragione per cui debbano fare un’occupazione di un paese quando l’Iraq è costretto a venderlo a loro, all’Occidente, perché a chi vuoi che lo vendano?
In questo libro dedico abbastanza attenzione a questa ambiguità terribile, che è questa di questa religione incorporata alla mentalità americana e agli interessi americani. Insomma, c’è questo Dio che gli serve per giustificare tutto, e che è completamente diverso dal Dio dei cattolici, e dal Dio degli asiatici.
È un Dio americano. È un Dio che gli giustifica il fatto di avere sterminato tutti gli indiani. È un Dio che giustifica tutti i genocidi e lo schiavismo su cui è nata la democrazia americana