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MORANTE 2003: PREMIO CAMPANI ILLUSTRI

A ROBERTO DE SIMONE

 il premio per la Comunicazione  a Giovanni Botteri

 il premio Elsa Morante Scrittori nel mondo a Gore Vidal  


Roberto De Simone

Conferenza stampa     Il programma

Riconoscimento Elsa Morante anche a Roberto De Simone. La giuria, presieduta da Dacia Maraini e composta da Vincenzo Cerami, Francesco Cevasco, Antonio Debenedetti, Paolo Fabbri, Paolo Mauri, Nico Orengo, Elisabetta Rasy, Marcello Veneziani e Tjuna Notarbartolo (direttore della manifestazione), consegnerà allo studioso napoletano il premio Campani Illustri. La nuova sezione sorge quest’anno, in collaborazione col San Paolo-Banco di Napoli, dalla volontà di rendere omaggio alla regione da cui è ospitata la prestigiosa manifestazione culturale. Portando alla ribalta, così, personaggi, come De Simone, che hanno avuto grandi meriti nella promozione dell’immagine e della cultura del territorio.

 
Studioso poliedrico, regista, compositore, etnomusicologo, Roberto De Simone è nato a Napoli nel 1933. Le sue indagini storiche e musicali sono confluite in revisioni e regie di spettacoli che hanno rappresentato le tappe critiche fondamentali di un cammino di valorizzazione del repertorio sei-settecentesco di scuola napoletana.: "Le Zite 'ngalera", "Il Flaminio"," La Serva Padrona", "Lo Frate 'nnammurato", "Livietta e Tracollo", "Le Cantatrici Villane", "L'Idolo Cinese", "Il Convitato di Pietra", "L'Osteria di Marechiaro".  I suoi studi antropologici e di etnomusicologia  sulla tradizione campana sono confluiti in testi e antologie che sono tuttora basilari per la comprensione del complesso e ricchissimo tessuto culturale della regione: “Carnevale si chiamava Vincenzo”, “Chi è devoto”, “Il segno di Virgilio”, “La tarantella regionale” e, per Einaudi, “Fiabe campane” e la recente traduzione de “Lo Cunto de li Cunti” di Giovan Battista Basile. Ha insegnato Storia del Teatro all’Accademia di Belle Arti di Napoli.
 

Dal 1981 al 1987 è stato direttore Artistico del Teatro San Carlo di Napoli. Nel 1995 è stato nominato Direttore del Conservatorio di musica “S. Pietro a Mayella” di Napoli per chiara fama. Nel 1998 è stato nominato Accademico di Santa Cecilia. E’ stato insignito del Cavalierato delle Arti (Chevalier des Arts et des Lettres) dal Presidente della Repubblica Francese. Unitamente all'aspetto speculativo, la sua promozione di eventi concertistici e teatral-musicali (di cui è stato spesso autore del testo e della musica) forniva già dagli anni '70 spessore spettacolare ad una nuova lettura della cultura magico-religiosa del meridione. La sua attività in questo ambito con la Nuova Compagnia di Canto Popolare e il successo di opere come "La Gatta Cenerentola" ( centinaia di esecuzioni nei Teatri di tutto il mondo), hanno costituito un notevole punto di riferimento per il teatro musicale italiano dagli anni '80 e una prospettiva inedita per la diffusione di queste tematiche culturali.

 

l Giuria  consegnerà inoltre a Giovanna Botteri il premio per la Comunicazione. Alla base della motivazione del premio sono le qualità giornalistiche della Botteri, assurta, nei mesi di attacco all’Iraq, a simbolo di un giornalismo di frontiera, forte, asciutto e coraggioso. E’ stata lei a dare per prima al mondo la notizia e le immagini delle prime bombe sui palazzi del potere, nel momento cruciale di inizio delle ostilità. E’ stata lei la prima a mostrare al pubblico l’ingresso del primo carro armato Usa a Baghdad. E’ stato uno dei volti  più presenti nelle nostre case nei giorni della guerra in Iraq. Ha raccontato gli aspetti più veri di quei fatti che, al di là di ogni scelta politica e militare, riguardano le vittime. Gente comune, oppressa per tredici anni da un regime sanguinario, che accoglie la liberazione come un regalo che fa paura accettare. Giovanna Botteri ci ha mostrato gli iracheni semplicemente come uomini e donne costretti a temere una libertà voluta, perché ricevuta attraverso la violenza di quelle bombe che noi oggi, forse, stiamo già dimenticando.

Sicuramente aiuta a ricordare un libro di Gore Vidal dal titolo “Le menzogne dell’Impero”(Fazi editore), meritatosi il premio Elsa Morante Scrittori nel mondo  . Gore Vidal, straordinario saggista e polemista, ha sempre svolto un ruolo di testimone scomodo della vita  americana, come ben dimostrano proprio i saggi raccolti in questo libro, tratti per lo più dalla silloge The Last Empire. La tesi centrale del saggio che dà il titolo al libro, e che viene presentato qui in prima mondiale,  è inquietante: “Bush e i suoi conoscevano ciò che stava per succedere l’11 settembre e avrebbero intenzionalmente deciso di ‘lasciarlo succedere’, per poter scatenare una serie di guerre già da tempo programmate e consolidare così le proprie posizioni di dominio politico ed economico all’interno del paese e del mondo intero.”

Degno d’attenzione è anche “Giuliano”, romanzo storico che insieme al saggio è valso a  Vidal il premio: racconta la vita privata e politica di Giuliano, l'imperatore romano del quarto secolo che durante i brevi anni del suo regno tentò di soffocare la diffusione del cristianesimo e di restaurare il culto degli dèi.

 

Il Premio Elsa Morante, ha voluto dar spazio anche all’editoria campana e ad uno scrittore scomparso impresso nella storia letteraria del sud, assegnando un Premio alla Memoria a Domenico Rea del quale l’editore Avagliano ha ristampato “Una vampata di rossore” .

I riconoscimenti verranno consegnati durante la cerimonia di premiazione il 20 settembre al teatro Mercadante di Napoli.

 
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Info:premioelsamorante@premioelsamorante.it, staff@premioelsamorante.it